venerdì 16 settembre 2011

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Il boa constrictor Albino

Boa Constrictor Imperator

Boa Constrictor Imperator



foto presa ad una mostra Classificazione:
Nome comune: Boa constrictor o Boa coda rossa
Nome scientifico: Boa constrictor constrictor
Ordine: Squamati
Sottordine: Ofidi
Infra-ordine: Enofidii
Famiglia: Boidi
Sottofamiglia: Boinae
Genere: Boa
Specie: Boa constrictor

Distribuzione geografica: E' localizzato in questi stati dell'America centrale e latina: Mexico (Yucatàn), Guatemala, El Salvador, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Colombia, Venezuela, Guyana, Perù, Bolivia, Brasile, Argentina, Trinidad.

Habitat: Si trova presente in molti ambienti, l'habitat caratteristico è la foresta tropicale, ma si rinviene, anche in zone rocciose, con scarsa vegetazione, inoltre sono stati rinvenuti esemplari anche in prossimità d'abitazioni.

Presentazione: Questo boide, è uno dei serpenti più comuni tra i terrariofili, perché è facile da trovare nei negozi, non costa molto (un baby costa circa 150 euro), le dimensioni non sono eccessive (in cattività una femmina di questa specie, raramente arriva hai 3 m., mentre solitamente la taglia è sui 2,50) ed inoltre il carattere molto docile e la relativa facilità d'allevamento lo rendono adatto anche hai neofiti.
Ovviamente prima di acquistare un esemplare bisogna valutare anche i contro: spazio a disposizione, spese per l'elettricità, veterinarie, mamme, sorelle, mogli e fidanzate che non possono vedere questi rettili, periodi d'assenza e vacanze. Solitamente sono queste le cause che fanno abbandonare questi serpenti in particolar modo nel periodo estivo, purtroppo sono sempre meno rari gli articoli sui giornali in cui si legge del ritrovamento di qualche animale esotico, acquistato troppo impulsivamente e poi abbandonato.
Quindi occhio, pensateci bene, se l'acquisto è stato fatto in maniera ponderata, questi animali vi daranno delle soddisfazioni, che non v'immaginate neppure, questo "articolo-scheda" vuole essere di aiuto a tutte le persone che si orientano su questa specie, non è un vangelo, ma è solo frutto della mia esperienza personale: oramai è 9 anni che mi occupo di questi ofidi, in modo indiretto, e da un paio d'anni ne possiedo uno tutto mio, vi posso garantire che in questo lasso di tempo ne ho viste davvero di cotte e di crude.

Dimensioni: Al momento delle nascita i piccoli misurano intorno ai 50 cm. Nei primi anni di vita assistiamo ad una crescita molto rapida, 30/40 cm all'anno, fino a raggiungere al terzo anno di età la maturità sessuale pari ad una dimensione di circa 1,5-1,8 m nei maschi, e 1,8 2,2 m nelle femmine, per un peso che può variare tra i 7 e i 15 kg.

  Indole e maneggiamento: Il carattere, varia molto tra i singoli esemplari, e a secondo dell'età, gli individui giovani solitamente sono più imprevedibili e mordaci, comunque se sono nati in cattività, si possono rivelare docili fin da subito, in ogni caso se si ha a che fare con un esemplare particolarmente nervoso, consiglio di maneggiarlo, magari usando dei guanti, in modo regolare, così facendo con il passare del tempo si abituerà ad essere maneggiato ed alla nostra presenza, diventando tranquillo. I segnali di "pericolo" che vi possono indicare un possibile attacco consistono in: sbuffi e postura ad S (= paura), o un particolare interesse verso la nostra mano a cui si avvicina in modo rapido e furtivo (= la scambia per una preda). In questi casi è meglio lasciarlo tranquillo per evitare spiacevoli conseguenze, altri consigli sono: non toccare mai il serpente se siete stati a contatto con cani, gatti, ecc... o vi morderà sicuramente a causa del "buon odore" di pappa che avete (!), non maneggiate il serpente nei due o tre giorni successivi al pasto: il serpente potrebbe rigurgitare, e vi garantisco che non è un bello spettacolo né per gli occhi né per il naso. Evitate inoltre di prendere il serpente e sollevarlo tenendolo solo vicino alla testa o alla coda, ma fornitegli sempre un buon appoggio al tronco: questo eviterà dei gravi problemi alla colonna vertebrale (non certo alla vostra!) causati dalle vertebre che si possono distaccare per il peso eccessivo. Il metodo più sicuro per maneggiare un serpente è quello di farlo avvolgere al braccio (nei limiti della sua e della vostra taglia), così sentirà una presa stabile e non avrà reazioni imprevedibili.

Il terrario: Viste le dimensioni che l'animale adulto può raggiungere, dobbiamo allestire un terrario abbastanza grande almeno 1,70x1x1h, deve essere robusto, io prediligo quelli completamente in legno (compensato marino, o altri che resistono ad elevata umidità), solo con la parte anteriore di plexiglas o vetro, un apertura a scorrimento ed il gioco è fatto, come substrato utilizzo un tappetino in erba sintetica, che unisce praticità a estetica, vanno comunque bene giornale, molto pratico ed igienico, la torba, igienica, e dall'effetto scenico garantito, ed altri substrati che vendono in negozi specializzati, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Come arredamento non devono mancare dei tronchi abbastanza robusti da sorreggere il peso del serpente, per completare l'arredamento, uno può inserire rocce ben levigate, piante finte, vere (il photos è la più indicata), facendo scendere dai rami delle piante finte, si può creare una zona d'ombra e un rifugio per il serpente, ma questi accorgimenti spetteranno hai gusti particolari di ognuno.
ecco il mio Boa qualche mese dopo! Temperatura e Umidità: Come nel caso di altri rettili, anche qui nel terrario è fondamentale è fondamentale che ci siano zone con differenti gradazioni termiche, la soluzione è quella di creare una zona "calda" nelle vicinanze dello spot, e della lampada UVA, o di Ceramica, in questo modo da una temperatura massima intorno ai 34° si scenderà fino ad una temperatura minima intorno ai 26°, nella zona calda, consiglio di inserire un ampia bacinella con dell'acqua sempre pulita, con sotto un tappetino riscaldante, questa bacinella che potrà essere un grosso sottovaso avrà molteplici scopi, fornirà l'acqua al serpente per dissetarsi, refrigerarsi, defecare, ed in più terrà sempre alto il tasso di umidità. Durante la notte le temperature citate in precedenza devono scendere a livelli più bassi, in particolare la massima non deve superare i 28°, per fare questo basta disattivare una delle fonti riscaldanti, lo spot, o la lampada UVA, quest'operazione può essere fatta utilizzando un Timer.
L'umidità è un altro parametro molto importante, di giorno deve variare tra il 60-75%, di notte tra il 70-80%, mentre durante il periodo della muta tra il 75-90%, questo alto tasso di umidità faciliterà lo staccarsi della vecchia pelle. Per mantenere questi livelli, bisogna spruzzare 2-3 volte il giorno la teca con un normale spruzzino da giardinieri, se poi abbiamo delle piante vere e la vasca dell'acqua riscaldata saremo facilitati in questo compito di grande importanza.
Per controllare i livelli di temperatura e umidità, io consiglio vivamente anche se magari la spesa è maggiore, (cmq sotto le 100.000) di acquistare un termometro/igrometro digitale, possibilmente con una sonda, cosi possiamo monitorare con un solo strumento i valori minimi e massimi nella zona calda e fredda del terrario, inoltre soprattutto per quanto riguarda l'igrometri quelli analogici, danno valori in molti casi troppo approssimativi, detto questo a voi la scelta.
Illuminazione: Per il boa constrictor così come per altri serpenti l'illuminazione non è un fattore fondamentale, una lampada spot, dimensionata in base al terrario, è in grado di soddisfare oltre al fabbisogno di luce dell'animale anche il fabbisogno di calore, se il terrario fosse in un luogo fresco, o molto grande si può aggiungere anche una lampada di ceramica o un'UVA. L'importante è che le lampade non siano raggiungibili dal serpente, così si eviteranno brutte e gravi ustioni, se uno vuole anche l'illuminazione del neon, per un migliore effetto estetico, sono da evitare quelli che emettono una grande quantità di radiazioni UVB, potrebbe a lungo andare causare problemi di cateratta al nostro Boide.  Alimentazione: I boa neonati vanno nutriti con topini rosa, man mano che crescano le dimensioni della preda aumenteranno, intorno ai 60-70 cm. si potranno già alimentare con giovani ratti, delle dimensioni di un topo adulto, topi adulti, criceti siberiani, quando la misura del boa sarà maggiore di 1,50 si potrà passare a gerbilli adulti, ratti adulti, quaglie, quando il serpente supererà i 2 m. gli si potrà offrire cavie, conigli, polli, piccioni, è importante ricordare che le dimensioni delle prede non devono essere di molto superiori come corporatura alla parte più larga del serpente. Inizialmente si potrà nutrire il giovane boa un paio di volte la settimana, man mano che cresce si passerà ad offrire un topo bianco adulto alla settimana, fino ad offrire un coniglio od un pollo una volta ogni 15-20 giorni, queste sono indicazioni di massima, per evitare di causare una costipazione intestinale nel nostro serpente, ricordatevi di non dare più di due pasti al serpente se prima non ha defecato, è bene non sovralimentare il serpente, per evitare problemi come l'obesità, la costipazione intestinale ed il rigurgito.
Un'altra cosa da evitare scrupolosamente è la somministrazioni di prede catturate in natura, come topi selvatici, passeriformi, ed altre potenziali prede, possono essere dei serbatoi di parassiti quindi.

Malattie o disturbi:
Ectoparassiti: sono parassiti esterni, solitamente acari appena visibili ad occhio nudo, appaiano come puntini neri, si riproducono molto facilmente e si nutrono di sangue. Il comportamento del serpente attaccato da questi parassiti è uno strofinarsi incessantemente al terrario in modo nervoso. Per eliminarli occorre disinfettare per intero il terrario e gli accessori. Durante tutto il trattamento usate come substrato della carta bianca in questo modo potrete verificare a prima vista la presenza dei parassiti. Posizionate all'interno del terrario del Vapona rivestito di una gabbia in plastica (di solito è già venduto in un contenitore in plastica) in modo che il serpente non possa entrare in contatto con il prodotto e tenetelo all'interno del terrario per almeno 2 settimane. Per essere sicuri di aver eliminato tutti i parassiti, e le loro uova, il trattamento va ripetuto a distanza di un mese. Questi parassiti che in un serpente giovane, o debilitato possono portare gravi conseguenze.
Muta Imperfetta: è dovuta a un tasso di umidità troppo basso all'interno del terrario, alla mancanza di superfici ruvide dove il serpente possa strofinarsi per facilitare il distacco, nebulizzate più volte il terrario, così facendo nel giro di pochi giorni tutta la pelle dovrebbe essere distaccata, se così non fosse, bagnare il serpente con dell'acqua tiepida, e camomilla, grattando delicatamente con un dito dalla testa verso la coda, in questo modo tutti i residui della vecchia pelle si distaccheranno.
ancora lui...notata la crescita?! Ferite: sono causate principalmente da cadute, tagli o morsicature da parte di altri coinquilini del terrario. Controllate che non vi siano superfici taglienti sull'arredamento del terrario e verificate che tutti i tronchi o gli accessori sui quali l'animale potrebbe arrampicarsi siano saldamente ancorati al terreno. Se il serpente non è un provetto cacciatore, per evitare dannose morsicature, le prede gli vanno poste morte, se dovessero essere surgelate integrarle con del calcio, e dei complessi vitaminici da iniettare direttamente nel cibo.
Bruciature: compare solo dopo alcuni giorni che si è verificata, l'unico sintomo è la pelle opaca, scolorita. La causa principale è il mal posizionamento delle fonti di calori, tappetini non protetti, spot accessibili al serpente ecc…
Rigurgito: Il rigurgito può essere causato da vari motivi, nei giovani boa da stress, in questo caso fornitegli un nascondiglio dove digerire al sicuro la preda, ed evitate di maneggiarli troppo spesso, da maneggiamento nei giorni appena successivi il pasto, anche in questo caso aspettare almeno 4 giorni prima di maneggiare il serpente, da temperatura troppo bassa, il serpente non effettua la digestione in modo corretto, alzare la temperatura interna, da indigestione se il serpente ha mangiato troppo tenderà a rigurgitare il cibo, tenetelo una decina di giorni a digiuno, e cercate di farlo muovere molto.
Se il vostro boa vomita sistematicamente dopo ogni pasto, occorre portarlo dal veterinario, e fargli analizzare le feci, nella stragrande maggioranza dei casi si tratterà di una parassitosi intestinale, un forma che se presa nei giusti tempi non porta conseguenze, ma se trascurata porterà alla debilitazione anche grave del serpente.

Conclusioni: Per concludere, questo serpente come tutti gli altri animali esotici a bisogno di cure particolari, solo se siamo in grado di fornirgli un ambiente idoneo, per molto tempo visto che vivano oltre 20 anni possiamo recarci in negozio, ad acquistare un animale che ci darà molteplici soddisfazioni, ricordarci di non uscire dal negozio senza il C.I.T.E.S., e lo scontrino fiscale, altrimenti a parte il non sapere la provenienza e l'origine del serpente, commetteremmo un reato punibile penalmente!!!



Heterodon Nasicus

Heterodon Nasicus

Tassonomia

Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Reptilia
Ordine: Squamata
Subordine: Ophidia
Superfamiglia: Colubroidea
Famiglia: Colubridae
Subfamiglia: Xenodontinae

Genere:
Heterodon
Specie:
Heterodon nasicus
Sottospecie: Heterodon nasicus nasicus
Nome comune: Serpente muso di porco, Western hognose snake

Altre sottospecie: H. nasicus gloydi (ritenuto da alcuni una locality), H. nasicus kennerlyi (sottospecie messicana)


Habitat

L'
Heterodon nasicus nasicus è un colubride originario del Nord America, diffuso dal Canada meridionale fino al Texas, in un'area che si estende dall'Iowa ad est e il Wyoming ad ovest.
Questo serpente abita generalmente le pianure e le zone rocciose/semiaride tipiche dell'America settentrionale.

Areale di distribuzione di H. nasicus ssp.


Morfologia e comportamento
L'H. nasicus nasicus è un serpente di modeste dimensioni (grandi femmine arrivano a sfiorare gli 80 cm di lunghezza) con un corpo abbastanza robusto.
La sua caratteristica principale è il suo muso all'insù, il quale, unito alla rotondità della testa, gli conferisce un aspetto che ricorda molto il maiale (da qui il nome comune "Hognose" o muso di porco). Il suo "naso" inconfondibile è dovuto alla forma allungata del rostro (l'osso del muso), mentre le guance sono gonfie a causa delle ghiandole velenifere (l'
H. nasicus è infatti un serpente opistoglifo).
La livrea è di un colore che va dal nocciola al giallo con sfumature grigie, il pattern è caratterizzato da macchie quadrangolari di colore più scuro, mentre la pancia è caratterizzata da piastre nere e gialle.
Gli occhi sono grandi e con pupille rotonde.
Questo serpente ha abitudini prettamente terricole con tendenze fossorie ed è attivo durante le ore del giorno e quelle crepuscolari.


Testa e ventre di H. nasicus nasicus


Questi animali possono essere sessati semplicemente guardando le code (quella del maschio è lunga a volte più del doppio di quella della femmina), oppure grazie ai più tradizionali metodi del popping e del probing.


L'
H. nasicus nasicus è un serpente che si presta facilmente all'allevamento da parte dei neofiti. Non richiede parametri di stabulazione difficili da ottenere, è tendenzialmente docile e di buon appetito e si riproduce facilmente in cattività.
Alcuni esemplari possono essere nervosi, ma si limiteranno a soffiare rumorosamente lanciando morsi a bocca chiusa o fingendo di essere morti (
tanatosi) mostrando il ventre flaccido, aprendo la bocca ed emettendo dalla cloaca una sostanza maleodorante.
Questa pantomima è riscontrabile anche in altri serpenti (basti pensare alla nostra
Natrix natrix) e serve a scoraggiare i predatori che non si nutrono di carogne.

Tanatosi


Stabulazione


Date le dimensioni piuttosto contenute di questi serpenti la loro stabulazione non richiede grandi spazi. Un faunabox o una vasca 40x30 o un terrario 60x40 andranno bene a vita.
Questi serpenti sono degli scavatori provetti e molto spesso riposano infossati, per cui è preferibile fornire loro un substrato adatto a questo scopo, come l'aspen, i trucioli depolverati etc. Usando questi substrati la tana non è necessaria, quindi basterà fornire loro una ciotola d'acqua nella parte fredda.
Per quanto riguarda le temperature, quelle ottimali per gli
H. nasicus nasicus vanno dai 26 ai 29 gradi centigradi ottenibili con un tappetino/cavetto termostatato posto sotto metà del terrario. L'umidità va bene intorno al 40/50%, di più sarebbe inutile in quanto abitano zone aride e sono adattati a tassi di umidità relativa medio-bassi.
Essendo animali diurni, per il fotoperiodo basta la luce della stanza ma non è consigliabile lasciarli al buio di giorno.

H. nasicus nasicus che scava nel substrato


Il veleno

Il genere Heterodon, come accennato più su, è composto da specie di colubridi opistoglifi. In questo tipo di serpenti velenosi il veleno viene iniettato tramite il morso e la masticazione attraverso le scanalature dei denti veleniferi, che si trovano nella parte posteriore della mandibola.
Solitamente, a parte le dovute eccezioni (citando ad esempio il
Dispholidus typus o Boomslang, il cui veleno è mortale), il morso dei serpenti opistoglifi non è particolarmente pericoloso.
In particolare, il morso dell'
H. nasicus nasicus non comporta gravi sintomi ma un leggero intorpidimento e/o gonfiore della parte morsa. L'entità degli effetti di un morso dipende comunque dalla masticazione, grazie alla quale il veleno (che altro non è che saliva modificata secreta dalle ghiandole di Duvernoy) viene progressivamente iniettato. Personalmente sono stato morso senza riportare alcun sintomo.
Bisogna inoltre considerare che il veleno non viene usato per difesa, ma la sua funzione principale è quella di sottomettere le prede catturate più facilmente, in quanto questi serpenti non uccidono per costrizione ma ingollano la preda ancora viva.
Nonostante ciò, è sempre meglio prevenire che curare, per cui l'uso delle pinze durante il pasto è d'obbligo.

Denti veleniferi in H. nasicus
Alimentazione

Questi serpenti, allo stato selvatico, si nutrono principalmente di anfibi, ma mangiano senza problemi prede di dimensioni simili, tra cui sauri, pesci, uccelli e piccoli mammiferi.
Nonostante ciò l'
H. nasicus nasicus (non le altre specie del genere Heterodon) può essere nutrito per tutta la vita con topi e rattini, dai pinky ai ratti piccoli, senza che insorgano particolari problemi.
A parte qualche eccezione - soprattutto nei primi mesi di vita - questi serpenti sono abbastanza voraci e si abituano ad una dieta di roditori decongelati sin da subito. Per sbloccare gli esemplari problematici, sarà possibile offrire una preda viva o "insaporire" il topo sfregandolo con una lucertola, un anfibio o ancora del pesce. In alcuni casi si potrebbe essere costretti all'alimentazione forzata, anche se questa rappresenta l'ultima spiaggia.
Alcuni esemplari, specialmente quelli che non esitano a soffiare, possono non accettare la preda morta dalle pinze. In tal caso sarà bene provare a lasciarla nel faunabox per tutto il giorno prima di provare ad offrire prede vive o con addosso l'odore di altri animali.

Per quanto riguarda la frequenza dei pasti, i baby possono mangiare ogni 5-7 giorni, arrivando, per gli adulti, ad un pasto ogni settimana o dieci giorni.
Il pasto dovrà corrispondere circa al 20% circa del peso del serpente, dando prede di una grandezza ragionevolmente comparabile a quella del suo corpo.

Nonostante il loro veleno non sia pericoloso, è sempre meglio prendere precauzioni e offrire il pasto con delle pinze apposite.

H. nasicus nasicus che mangia un pinky
Legislazione


I colubridi, a parte qualche specie, non sono soggetti alla convenzione di Washington sul commercio degli animali in via di estinzione.
Gli
H. nasicus possono quindi essere venduti o riprodotti senza essere accompagnati dal certificato CITES.


Riproduzione

Gli
Heterodon nasicus sono colubridi ovipari, ovvero depongono le uova. Essendo animali che vivono in fasce climatiche temperate, un periodo di brumazione aumenterà le probabilità di successo nella riproduzione.

Prima di iniziare a brumare i nostri
Heterodon nasicus dovremo assicurarci di avere una coppia sana e riproduttiva: le femmine dovranno essere lunghe 60 cm e pesare almeno 250 gr, i maschi diventano riproduttivi molto prima, precisamente quando avranno raggiunto i 30 cm di lunghezza e i 60 gr di peso.

Arrivati a metà Dicembre, gli animali non adranno nutriti per circa tre settimane prima dell'abbassamento delle temperature per evitare che il cibo, non potendo essere digerito a causa del freddo, vada in putrefazione all'interno dell'apparato digerente.
Dopo che avremo gradualmente portato le temperature diurne e notturne a circa 10/15°C si potrà tenere questo regime per due o tre mesi, in seguito ai quali rialzeremo, sempre gradualmente, la temperatura a 28 gradi e nutriremo con pasti sostanziosi i futuri genitori.
Dopo la muta della femmina potrà essere inserito il maschio ogni 5/7 giorni.
La gestazione durerà dalle quattro alle otto settimane, durante le quali si svilupperà un vistoso gonfiore nella seconda metà del corpo della femmina.
Una o due settimane prima di deporre le uova la femmina farà la muta pre-deposizione, e questo sarà il momento giusto per inserire un nido nella teca (una vasca con un buco di 3-4 cm di diametro con dentro sfagno o scottex leggermente inumiditi andrà più che bene).

Gli
H. nasicus nasicus depongono un numero di uova che va da 4 a 25, ma sono note deposizioni eccezionali con un massimo di 30 uova.
Dopo averle rimosse dal nido potremo metterle in incubatrice ad una temperatura di 28°C ed un'umidità intorno al 90%, la schiusa avviene dopo 50/60 giorni.
 

Testudo horsfieldii

Testudo horsfieldii

Sottospecie

Carapace leggermente arcuato, colorazione di base giallo chiara con grandi macchie nere. Le zampe, la coda e il capo bruno giallastro con alcune squame nere. Dimensioni: 20 cm (femmina ), 18 cm (maschio)
Forma occidentale[3] - Carapace piatto, liscio e perimetralmente più tondeggiante rispetto alle altre sottospecie. A metà è quasi del tutto pianeggiante e caratterizzata da colori di base giallobruni, olivastri o talvolta giallo-oliva con indistinti disegni neri (non sempre presenti) sui singoli scuti. Dimensioni: 23 cm (femmina ), 20 cm (maschio)
Forma orientale[4] - Carapace di colorazione arancio-marrone intenso con delle macchie scure sbiadite o non delineate. La testa e le zampe di colorazione marroncina. Dimensioni: 20 cm (femmina ), 18 cm (maschio)
T. horsfieldii
T.horsfieldii ssp. rustamovi

Il carapace è leggermente bombato come quello della T.h.hermanni, la colorazione varia dall’olivastro-ocra chiaro all’olivastro-marrone con singole macchie nere sull’apice degli scuti. La testa e le zampe sono macchiettate di nero. Dimensioni: 21 cm (femmina ), 18 cm (maschio)
Il carapace, dagli scuti molto scuri e bordati di giallo si presenta un po' più piatto ed oblungo rispetto alle altre sottospecie. Il capo e le zampe hanno una colorazione nerastra o marroncina. Dimensioni: (femmina), 17 cm; (maschio) 15 cm.

Morfologia

Speroni
Piastrone

La tartaruga di Horsfield è caratterizzata da un carapace arrotondato e schiacciato con la colorazione che varia dal giallo, all'ocra e all'olivastro a seconda della sottospecie, gli scuti sono macchiati al centro di nero. Gli scuti del piastrone sono neri bordati di chiaro. In questa specie l'apice della coda termina con un astuccio corneo (di dimensioni ridotte rispetto alla T.hermanni), lo scuto sopracaudale è unito e ogni zampa ha 4 robuste unghie. Sono presenti, non grandi quanto quelli della T.graeca e spesso appena accennati, una o più coppie di piccoli tubercoli cornei all'interno delle cosce, nei maschi questi piccoli speroni sono di dimensione maggiore.

[modifica] Revisione classificazione

In base ai recenti dati molecolari/morfologici è stata proposta una nuova classificazione e frammentazione del genere Testudo ridenominando la Testudo horsfieldii in Agrionemys horsfieldii.

Dimorfismo sessuale

Il riconoscimento del sesso avviene attraverso l’individuazione dei caratteri sessuali secondari[6]. I maschi possiedono una coda lunga, robusta e grossa alla base. La femmina ha coda piccola e corta. La distanza dell’apertura cloacale dalla base della coda è maggiore nel maschio. I maschi adulti presentano una concavità nel piastrone per facilitare la monta sul carapace della femmina, il piastrone delle femmine e degli esemplari giovani e subadulti è piatto; l’angolo formato dagli scuti anali del piastrone è molto maggiore nel maschio; l’altezza degli stessi scuti è però maggiore nella femmina.
Lo scuto sopracaudale del maschio è curvo verso il basso, nella femmina è allineato con il resto del carapace.
Steppa del Kazakistan in primavera

Sensi

Le testuggini hanno una vista eccellente: sanno distinguere forme, colori e riconoscono anche persone. Hanno un senso dell'orientamento molto preciso: se vengono spostate qualche centinaio di metri dal territorio al quale sono molto legate ci ritorneranno in breve tempo. Sono molto sensibili alle vibrazioni del suolo anche se non hanno un udito sviluppato. L'odorato invece è ben sviluppato ed ha un ruolo importante nel riconoscimento del cibo e dei sessi

Habitat

Nelle zone aride è presente presso i corsi d'acqua. Gli habitat delle sottospecie T.h.baluchiorum, T.h.kazakhstanica, T.h.horsfieldii sono la steppa sabbiosa o argillosa, i margini dei deserti e i pascoli. La T.h.rustamovi vive in zone montagnose ( fino ai 2500 m), brulle o con dune di sabbia dal clima più fresco.

Eco-etologia

Attività

Le tartarughe di Horsfield sono animali ectotermi, nelle prime ore della giornata dei mesi temperati escono dalle tane e si crogiolano al sole per innalzare la temperatura corporea ed attivare le funzioni metaboliche. L’esposizione al sole permette di assumere i raggi UVB atti alla sintesi della vitamina D. Raggiunta la temperatura corporea necessaria per l'attivazione degli enzimi atti alla digestione le tartarughe si dedicano alla ricerca del cibo. Con temperature atmosferiche superiori ai 29 °C diventano apatiche e trovano refrigerio riparandosi nelle tane. Con la discesa delle temperature si ha la ripresa dell’attività.

Estivazione e letargo

Nel loro habitat naturale, caratterizzato da lunghi inverni rigidi e da estati torride prive di precipitazioni, sono attive pochi mesi l'anno. Le sottospecie T.h.baluchiorum, T.h.kazakhstanica, T.h.kazakhstanica hanno il loro periodo di attività compreso tra aprile a luglio perché spesso all’estate torrida ed asciutta segue un inverno precoce e molto rigido passando così direttamente dall’estivazione al letargo. Per sfuggire a queste avverse condizioni ambientali scavano buche profonde fino a 2 metri. La T.h.rustamovi è attiva da maggio a settembre non andando in estivazione. Anche questa sottospecie per rifugiarsi durante il letargo scava tane profonde fino a 3 metri.
Le tane vengono ricavate in terreni sabbiosi o argillosi nei periodi di pioggia quando il terreno si ammorbidisce e presentano alla fine una camera per consentire agli esemplari di girarsi. Spesso le tane ospitano più tartarughe. Nelle zone dalle condizioni ambientali favorevoli si hanno tane vicine una con l'altra. In alcune pubblicazioni scientifiche è stato asserito che, per sopravvivere alle avverse condizioni ambientali del loro areale, questa specie possa resistere in letargo a temperature di - 4.8 °C, disponendo di fluidi corporei con funzioni di antigelo. Per altri autori le temperature minime di sopravvivenza sono di soli 2 °C. La temperatura ottimale per il letargo è di 4°/5 °C. Il risveglio dal letargo avviene con temperature corporee di 8°/10 °C.

Letargo in cattività

Letargo controllato in trinciato di faggio

Gli esemplari allevati nel nostro clima, in autunno, al calare delle temperature, smettono di alimentarsi anche per più di 20 giorni per poter svuotare completamente l'intestino da residui di cibo. Diventano sempre più apatici e, verso novembre o dicembre a seconda della latitudine, iniziano ad interrarsi e cadono in letargo. La temperatura ideale di letargo, calcolata nel luogo di interramento è di 5 °C, temperature inferiori ai 2 °C arrecano danni cerebrali o morte, superiori ai 10 °C le inducono in uno stato di dormiveglia pericoloso per l'esaurimento delle scorte di grasso necessarie a superare l'inverno.
Il letargo è una fase metabolica assolutamente necessaria per questa specie, va impedito solo in caso di malattia o debilitazione.
La principale causa di morte, nel caso di esemplari tenuti a svernare all'interno di abitazioni da allevatori improvvisati è proprio la temperatura, che si presenta troppo alta per consentire il letargo e troppo bassa per consentire di continuare ad alimentarsi.
In queste situazioni se si vorrà tenerlo attivo, l'esemplare andrà collocato in un terrario riscaldato con un punto caldo sui 28 °C ed un punto fresco e ombreggiato sui 18 °C, con un substrato relativamente asciutto essendo una specie che teme molto l'umidità. Essenziale è una lampada UVB specifica per rettili necessaria per la sintesi della vitamina D occorrente per fissare il calcio atto a un sano sviluppo del carapace e delle ossa. Se si opta per il letargo, la testuggine andrà posta in una contenitore protetto dai roditori con una rete metallica. Il contenitore andrà collocato in un locale buio con temperature tra i 4 °C e gli 8 °C e una bassa umidità ambientale. Il risveglio avviene generalmente nel mese di marzo ed è legato al rialzarsi delle temperature diurne.

Accoppiamento

Con il risveglio inizia il rituale di corteggiamento da parte del maschio che dopo aver compiuto una serie di giri intorno femmina agita il capo su e giù davanti al muso della partner per poi a morderla sulla zampe posteriori per indurla all'immobilità. Il maschio monta sul dorso della femmina per la copula che avviene con l'estroflessione del pene contenuto nella grossa coda e in questa occasione emette l'unico verso udibile di questi rettili per il resto muti. La femmina può arrivare fino a 4 anni di anfigonia ritardata, conservando lo sperma in un apposito organo, la spermateca, all’interno dell’ovidutto. I maschi durante il periodo dell'accoppiamento, le femmine gravide e i piccoli tenuti in spazi ristretti, sono molto aggressivi anche con tartarughe di specie differenti e spesso nei combattimenti riportano gravi ferite.[7]


Riproduzione



Schiusa

Animali longevi, si hanno notizie di esemplari di oltre 60 anni di età, raggiungono la maturità sessuale intorno ai 10 anni e la taglia massima intorno ai 20-30 anni. Le Testudo sono ovipare, le deposizioni avvengono in buche scavate dalla femmina nel terreno con le zampe posteriori. Le femmine di T.horsfieldii depongono anche in tre volte, da maggio a giugno, un numero variabile di uova generalmente in proporzione alla taglia dell’esemplare. Il tempo di incubazione, 2 o 3 mesi circa, e il sesso sono in relazione con la temperatura. Con temperatura di incubazione inferiore ai 31,5° si avrà una preponderanza di esemplari maschi, con temperatura superiore ai 31,5 °C in maggioranza femmine. Giunto il momento della schiusa, spesso agevolata da una giornata di pioggia, il tartarughino per rompere il guscio si avvale del così detto "dente dell'uovo", un tubercolo corneo posto tra le narici e la mascella superiore destinato a sparire in pochi giorni. La fuoriuscita dall'uovo dura anche 48 ore e in questo arco di tempo viene assorbito totalmente il sacco vitellino. In caso di condizioni sfavorevoli (inverno precoce), i piccoli di T.horsfieldii rimangono sottoterra nell'uovo andando in letargo per uscirne nella primavera successiva. Filogeneticamente prossima alla T.hermanni, dall'accoppiamento tra esemplari delle due specie c'è la fecondazione delle uova con nascita di ibridi.

Alimentazione

Sono rettili prettamente vegetariani. Gli esemplari selvatici vivono in un habitat caratterizzato da lunghi periodi di aridità che li costrige a nutrirsi di erbe secche, in queste condizioni integrano la loro dieta mangiando artropodi o chiocciole, queste ultime utili per l'apporto di calcio del guscio. Saltuariamente non disdegnano escrementi o piccole carogne. Si nutrono di: fiori, piante erbacee o succulente, bacche, frutta, foraggio fresco o essiccato, ramoscelli di cespugli, parti carnose alla base delle piante. Inoltre hanno la particolarità di potersi nutrire con delle specie vegetali altamente tossiche per i mammiferi erbivori quali le Ranunculaceae e il papavero da oppio. Questa alimentazione particolare permette alla tartaruga delle steppe di limitare i numerosi parassiti che infestano l'apparato digestivo. Gli esemplari allevati in cattività sono generalmente sovralimentati e non vanno assolutamente nutriti con: carne, latte, formaggi, alimenti per cani e gatti, uova, pane, latte, agrumi, kiwi, lattuga.
Il tarassaco, la cicoria e il radicchio rosso sono alcune delle verdure adatte alla loro alimentazione per l'alto rapporto di calcio rispetto al fosforo e per le fibre in esse contenute. Alti apporti proteici e di fosforo con bassi valori di calcio portano a deformazioni permanenti del carapace e danni agli organi interni.
Evidente segno di una cattiva alimentazione è un carapace con gli scuti appuntiti e scanalati nelle suture, la così detta piramidalizzazione, al contario un carapace in forma di una levigata semicalotta ovale è segno di una corretta alimentazione.

[modifica] Curiosità

Tra il 1968 e il 1976 una decina di esemplari di T.h.kazakhstanica furono impiegate nei test missilistici dell'URSS e lanciate nello spazio con dei razzi a bordo di satelliti artificiali.

Futuro della specie

La specie è seriamente minacciata da catture indiscriminate per soddisfare la richiesta di importazione nei paesi della Comunità Europea e negli Stati Uniti La cattura per scopi alimentari da parte della popolazione locale è del tutto marginale essendo la specie diffusa in paesi di fede islamica. Il Corano annovera i rettili tra gli animali impuri[8]di cui è bandito l'uso alimentare.

Legislazione

Inserita nella Red List[1] la T. horsfieldii come tutti i rettili del genere Testudo è inclusa nella Convenzione di Washington, C.I.T.E.S. appendice I e ne è assolutamente vietato il prelievo in natura. In Italia i compiti di sorveglianza e di gestione delle norme applicative delle convenzioni internazionali per la tutela delle specie animali sono di competenza del Corpo Forestale dello Stato.


 

martedì 13 settembre 2011

La pogona o Drago Barbuto

La Pogona o Drago barbuto

Presentazione: Uno dei sauri più allevati nel mondo, facili da gestire e apprezzati per la loro indole pacifica è la Pogona.
Questo sauro è conosciuto anche come “drago barbuto” (bearded dragon), un nome attribuitogli a causa della sua “barba” che in determinate situazioni, come il sentirsi minacciato, gonfia per apparire più grande e intimorire l’aggressore.
In natura, il drago barbuto, occupa una gran parte dell'Australia, dalle zone orientali del sud fino alla parte nord della stessa, vivendo in territori che vanno dalle zone deserticole fino ad arrivare ad ampie boscaglie e foreste semi-aride.
 

Aspetto: Dotata di un corpo appiattito dorsalmente, di una grande testa triangolare e un abbondante numero di spine distribuite lungo il collo, la testa ed il margine laterale del corpo raggiungendo, da adulta, i 40/50 cm di lunghezza (coda inclusa).
Ha una lingua tozza, spessa, rosata e appiccicosa, così da facilitare la cattura delle prede.
Dantatura acrodonte, ovvero denti disposti dorsalmente sulla cresta dell'osso della mandibola.
Le zampe sono ben sviluppate e dotate di forti unghie, così da consentire loro di arrampicarsi agilmente e scavare nel terreno.
E' capace di espandere i sacchi della gola: questo atteggiamento ha scopo intimidatorio verso i nemici, dimostrare la propria supremazia verso un'altro esemplare oppure (nel caso sia un maschio) mettersi in mostra verso una femmina ricettiva.
Il colore può essere più chiaro o più scuro a seconda dell'illuminazione e delle aree geografiche di provenienza (le pogone possono assumere vari colori dal grigio al marrone fino al rosso).
La vita media in cattività è di circa dieci anni.

Indole: Si sollevano sulle quattro zampe, gonfiano il corpo e la barba in modo da sembrare più grandi, aprono la bocca e cercano di mordere l'aggressore quando si sentono minacciate (in cattività questo avviene quando si spaventano).

All'interno del gruppo si crea sempre una gerarchia, mantenuta costante attraverso atteggiamenti che permettono di non ricorrere alla lotta.
In cattività questi comportamenti vengono utilizzati come in natura, o quali sono:
- Dominanza (Head bobbing): consiste nel gonfiare la barba sotto la testa (di solito nei maschi la barba diventa nero carbone), emettere sibili, aprire la bocca e soffiare. Tutto questo è accompagnato da movimenti a scatti della testa.
- Sottomissione (Arm wawing): consiste nel muovere una delle zampe anteriori.
Questo movimento ha l'azione di calmare il soggetto dominante ed indurlo a non attaccare o (nel caso di una femmina) a non continuare un corteggiamento.






Temperatura: la temperatura ottimale durante il giorno è di 26/ 29 °C con la zona di basking che raggiunga i 35/40 °C.
Durante la notte la temperatura non dovrebbe mai scendere sotto i 18 °C.

Umidità Essendo un animale che in natura vive in zone aride e deserticole non necessita di umidità elevata.

Illuminazione: Saranno indispensabili una luce Spot sufficientemente potente a farvi raggiungere le temperature necessarie di basking e una lampada UVB (20/30 cm dalle bestiole).

Alimentazione: Sono animali onnivori, quindi si nutrono di vegetali, piccoli mammiferi e insetti.
Si consiglia come dieta base la somministrazione di Grilli, Locuste e Blatte, saltuariamente Camole della Farina, Kaimani e Camole del Miele.
Ricordiamo di rispettare anche le dimensioni degli insetti da pasto che non devono superare mai in lunghezza la distanza tra gli occhi del rettile.
Come mammiferi si possono somministrare i pinkies (topini appena nati)che forniscono molte sostanze nutritive, ma anche questi vanno dati saltuariamente.

Eccovi una lista di fiori, frutti e verdure commestibili per le pogone:
Albicocca, Ananas, Anguria, Arancia, Avocado, Banana, Caco, Cavolo, Cetriolo, Ciliegia, Cipolla, Cocomero, Erba medica, Fico, Fico d’india, Fragola, Frutti di bosco, Gelso, Germogli (erba medica, crescione, soia, tarassaco), Hibiscus, Geranio, Uva, Zucca, Indivia, Insalate rosse, Kiwi, Mais, Mandarino, Mango, Margherita, Mela, Melone, Narciso, Papaia, Peperone, Pera, Pesca, Piselli, Pomodoro, Pompelmo, Prugna, Radicchio, Ravanello, Rucola, Scarola, Sedano, Tarassaco, Trifoglio, Violetta, Zucchina
(ovviamente i SEMI vanno tolti e il cibo va tagliato a pezzettini anche in base alle dimensioni dell'esemplare).

Terrario: Le dimensioni ottimali per una coppia adulta sono 150x60x60.
Buona areazione interna garantita dalle apposite griglie ai lati (una superiore e una inferiore).
Come substrato possiamo usare abbia, torba e corteccia che visivamente sono molto belle ma allo stesso tempo, specie per gli esemplari più piccini, possono essere anche motivo di occlusioni intestinali se ingerite.
Possiamo quindi optare per qualcosa di più sicuro e igienico, ovvero i tappetini d'erba sintetica, carta di giornale o carta assorbente.
Saranno un pò antiestetici ma sicuramente più igenici e pratici da pulire.
Altra cosa che sicuramente farà piacere alle vostre pogone sarà l'inserimento di rami intrecciati lungo tutto il terrario, ben fissati e robusti.
Non fate mancare sotto la luce Spot un bel sasso dove l'animale possa mettersi a fare basking, il sasso tenderà a rimanere bello caldo, aiutando cosi la vostra pogona nel momento della digestione.
L'inserimento delle piante male non farà, potete optare per quelle vere (consigliano il photos) o anche quelle finte, magari a foglia larga, cosi da permettere un riparo dalle fonti di calore in caso ne sentissero il bisogno durante le ore più calde nel terrario.
Create anche rifugi (libertà alla vostra fantasia) nella zona fresca del terrario.
Infine inserite ciotole per acqua, frutta/verdura e insettini vari.

Riproduzione: In natura le pogone si sono adattate a riprodursi con la fine della stagione fredda e l'inizio della primavera, in modo che la schiusa delle uova coincida con la maggior disponibilità di cibo.

Innanzi tutto bisogna avere una coppia sessualmente matura di pogone; gli esemplari da riproduzione devono essere sani ed in forma perché andranno sottoposti a brumazione. Il maschio si riconosce dalla femmina perché a parità d'età ha taglia maggiore della femmina e una testa più sviluppata; inoltre sulla parte ventrale dei femori sono visibili piccoli pori di colore scuro (pori femorali) che nelle femmine sono poco visibili o assenti. Sempre osservando gli animali sul lato ventrale si nota che i maschi hanno la base della coda più larga e una leggera depressione subito dopo la cloaca, causato dalla presenza dei due lati degli emipeni.

MASCHIO:

FEMMINA:

Quindi se avete una coppia adulta e sana dovrete sottoporla a brumazione. Durante questo periodo (che si prolungherà per otto-dodici settimane) si ridurrà, gradatamente, il fotoperiodo che da 12 ore di luce, passerà a 8 ore di luce; la temperatura verrà diminuita, ma non dovrà mai scendere sotto i 18 °C. Le pogone andranno alimentati una volta a settimana, se il cibo non viene accettato potrete rimuoverlo del tutto. Però bisognerà lasciare sempre a disposizione dell'acqua.

Gradatamente si ritornerà ai valori di temperatura e luce ottimali; così facendo si risvegliano gli istinti sessuali delle pogone. La femmina inizierà ad ovulare e il maschio produrrà sperma. Dopo breve avverranno gli accoppiamenti: il maschio afferra la femmina per il collo e avvicina la sua cloaca a quella della femmina, per poi inserirvi uno dei due emipeni.

Già qualche settimana dopo l'accoppiamento la femmina ingrossa il suo addome e tastandolo si possono sentire le uova, i tempi di deposizione dipendono dalla temperatura ed altri fattori del terrario. In questo periodo andrà inserito nel terrario una ciotola (tipo le lettiere dei gatti) in cui sarà contenuto uno strato di 15-20 cm di sabbia di fiume ben lavata. Durante la gestazione la femmina andrà alimentata abbondantemente e andrà somministrato molto calcio. A seconda dell'età la femmina deporrà dalle 12 alle 30 uova.

Una volta che le uova sono state deposte andranno rimosse dalla ciotola con un cucchiaino (ATTENZIONE a non girarle) e poste in un'apposita incubatrice. La temperatura ottimale è sui 28°C; a seconda della temperatura-umidità le uova si schiudono cinquanta-settantacinque giorni dopo.

Non dovrete toccare i piccoli durante la nascita. Una volta che i piccoli avranno assorbito il sacco vitellino li metterete in un terrario come quello degli adulti ma di dimensioni adeguate. Non mettete mai un piccolo con un esemplare adulto, o comunque più grande di lui, perchè cercherebbe di mangiarselo alla prima occasione.




Malattie o Disturbi:

- Costipazione intestinale e prolasso della cloaca: la costipazione intestinale avviene quando una massa si ferma nell'intestino, e l'animale non riesce ad eliminarla. Le cause possono essere molte: ingestione del substrato, depositi di adipe in soggetti obesi, ingestione di verdura appassita, MOM oppure assenza di acqua da bere nel terrario. L'animale colpito è letargico, rifiuta il cibo e cerca di eliminare le feci. L'animale andrà portato dal veterinario che valuterà la situazione. In seguito agli sforzi dell'animale per defecare può avvenire un prolasso dell'ultimo tratto dell'intestino dalla cloaca: il veterinario saprà rimetterlo senza difficoltà al suo posto. In caso di occlusione intestinale bisognerà portare l'animale dal veterinario in fretta, altrimenti potrebbe morire in poche ore.

- Disecdisi: è l'incapacità dell'animale di compiere correttamente la muta. Questo dipende dai fattori di temperatura ed umidità si presentano brandelli di pelle vecchia ancora ben attaccati al corpo dell'animale, oppure sotto forma di anelli che "strozzano" gli arti, la coda e le dita. Per risolvere questo problema è sufficiente fare agli animali dei bagni emollienti in acqua tiepida e camomilla.

- Gastroenterite e diarrea: i sintomi sono perdita di peso, riluttanza a mangiare e diarrea. Le cause possono essere molte: presenza di parassiti interni; l'aggravarsi di altre patologie di origine batterica; ecc. Dunque bisognerà portare l'animale dal veterinario che tramite analisi specifiche valuterà di che malattia si tratta e darà le apposite cure.

- Distocia: è un'ostruzione, che avviene solo nelle femmine gravide, causata dalle uova; che possono essere troppo numerose o di forma anomala. Provoca la morte dell'animale, quindi se vi trovate con una femmina gravida che ha già superato da un po' il tempo di deposizione, portatela dal veterinario per una radiografia

- Parassiti esterni: di solito i parassiti esterni che colpiscono le pogone sono gli acari, piccoli aracnidi di colore bruno-rossastro che succhiano il sangue delle pogone. I draghi malati si presentano con dei puntini color rossiccio che rivestono il corpo, i draghi colpiti dagli acari passano molto tempo in acqua per far annegare i parassiti e di norma è facile vederne galleggiare sull'acqua. Come cura (ce ne sono molte) si usa l'invermectina (diluita in acqua allo 0,001%)- in due trattamenti distanziati 15 gg uno dall'altro- applicandola sia sull'animale che sul terrario.

- Parassiti interni: ce ne sono di vari tipi, vermi: ascaridi e ossiuri; coccidi protozoi che provocano la coccidiosi. Questi parassiti possono provocare gravi malattie, quindi è consigliato, dopo l'acquisto, far fare un'analisi delle feci all'animale.

- MOM - Malattia Osseo Metabolica: la MOM è causata da errata alimentazione e carenza di neon UVB e di calcio. I sintomi sono tremori muscolari, fratture spontanee delle articolazioni, paralisi e inarcamento della mandibola inferiore con conseguenza difficoltà a nutrirsi. La malattia si rivela tramite analisi del sangue e radiografie. Il veterinario valuterà la cura adeguata.

CITES: La Pogona non è un animale in pericolo di estinzione pertanto non viene incluso in nessuna delle tre appendici CITES.